Una delle più belle escursioni fatte quest’anno è stato il trekking sul Ghiacciaio del Gigante, in Val dAosta. Il programma prevedeva la classica traversata della Vallée Blanche, dall’Aiguille du Midi (3842 mt slm) a Punta Helbronner (3460 mt slm). La mattina dell’escursione io, Paola e Stefano abbiamo appuntamento alla base della funicolare che deve portarci in quota con Mario, la guida alpina. Purtroppo, a causa di lavori di ristrutturazione dell’impianto, ci avvisano che il tratto di teleferica Punta Helbronner – Aiguille du Midi è fuori servizio. La giornata è splendida e sarebbe un peccato rinunciare. Dopo un breve consulto decidiamo di fare un giro più breve, ma forse più suggestivo; punta Elbronner – le Grand Capucin – trident du Tacul – cirque Maudit – Tour Ronde – Aiguille di Toula – le grand Flambeau – punta Elbronner.
Poco prima di scendere sul ghiacciaio ci godiamo il panorama dalla terrazza di punta Helbronner.
Alle 10.00 in punto, eccoci sul ghiacciaio a mettere i ramponi e fissare le imbragature. La cordata è così composta: Mario capocordata, Stefano e Paola a seguire, ed io in chiusura. Le regole sono semplici, e cioè seguire i passi di Mario senza uscire dalla traccia e tenere la corda leggermente in tensione in modo che non tocchi la neve.
La giornata è splendida e dopo mezz’ora siamo tutti in maniche corte.
Fotografare non è semplice, nel senso che quasi tutti gli scatti sono “rubati” mentre si continuava a camminare, per non dare strattoni ai compagni di cordata.
Il panorama è strepitoso, qui possiamo vedere la Tour Ronde sulla sinistra ed il complesso di guglie che va dalla guglia del Tacul fino al Petit Capucin.
I crepacci non mancano, ma non sono quelli grandi a preoccupare, bensì quelli di poche decine di centimetri che bisogna attraversare lungo il percorso. Nulla di insormontabile, ma bisogna fare attenzione. Paola è scivolata in uno di questi piccoli crepacci con le gambe, dopo aver fatto un piccolo salto per attraversarlo. La neve ha ceduto, ma sono bastate le sue braccia e la picozza a tirarla fuori in pochi secondi.
La salita che porta sotto le Grand Capucin è abbastanza impegnativa per Stefano che a questo punto inizia a sentire un po’ di stanchezza. A differenza del Fox Glacier in Nuova Zelanda e del Perito Moreno in Argentina, dove il ghiaccio era duro come il cemento, qui il ghiacciaio è ricoperto da uno strato di neve fresca, rendendo l’escursione più faticosa.
Dopo due ore e mezza di camminata ci fermiamo alla base del Grand Capucin per riposarci e mangiare uno spuntino.
Dopo 25 minuti eccoci di nuovo in marcia fino ad arrivare al bellissimo anfiteatro del cirque Maudit, con il monte Bianco sullo sfondo, coperto dalle nuvole.
Sulla via del ritorno passiamo sotto la Tour Ronde, dove un paio di ore prima abbiamo visto due scalatori affrontare l’ultima parete di ghiaccio per arrivare sulla cima.
A questo punto Stefano inizia ad accusare la stanchezza, oramai sono 3 ore e mezza che siamo partiti, e temo che le ultime ripide salite gli portino via le energie rimaste.
Decidiamo di “alleggerirlo” togliendoli i ramponi nell’ultimo tratto. Il mio timore è che la fatica abbia il sopravvento e non riesca più a proseguire, invece procediamo senza nessun intoppo e dopo 5 ore dalla nostra partenza, intorno alle tre del pomeriggio, raggiungiamo il rifugio Torino, da dove riprenderemo la funivia per il rientro a Courmayeur.
Dev’essere veramente stata una bellissima escursione in questi panorami immensi,
gran fatica ma grande soddisfazione..bravi!
Ma che spettacolo bravi veramente una bella escursione e complimenti al piccolo grande Stefano quando il gioco si fa duro …….
Un abbraccio Renato
Complimenti, deve essere stato un bellissimo trekking.
Siete tutti e tre in ottima forma.
Un abbraccio Andrea e Moni.
Splendida giornata, splendida escursione e, complimenti al piccolo Stefano che ha tenuto duro fino in fondo.
Salutone da Luis
Grazie a tutti per essere intervenuti.